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Calendario dell’Avvento

Anche questa tradizione, di origine tedesca, come la corona dell’Avvento, ha origini non antichissime. Direi che tutte le celebrazioni del Natale di stampo “borghese”, come quelle che viviamo noi in occidente, non hanno di fatto più di un secolo, al massimo un secolo e mezzo. Ancora mia madre mi racconta dei suoi Natali d’infanzia, quando i doni non esistevano e la festa consisteva nella messa di Mezzanotte, nella cena di magro, nel pranzo del 25 dicembre con i dolci tipici e i mandarini. Il presepe si faceva in chiesa, o nelle case dei benestanti. In certi paesi passavano gli zampognari e doveva essere un momento incantato.

Qualche dono (caramelle e magari un paio di scarpe o una maglia, se servivano) lo portava la Befana.

Coerentemente con il desiderio di rallentare, di raccoglierci davvero in una dimensione più intima, di attesa e di incanto, il nostro calendario dell’Avvento quest’anno sarà un po’ meno materiale e un po’ più spirituale. Userò lo stesso calendario di mia fabbricazione che uso ormai da anni, anche perché non amo che le cose cambino ogni anno, mi piace creare delle tradizioni di famiglia (anche piccole tradizioni), che scandiscono meglio i tempi dell’anno e il clima festivo, che abbiano un gusto particolare nell’essere vissute nell’immaginazione, attese e poi riconosciute.

Piuttosto, preferisco fare piccole modifiche, un’aggiunta qui, un cambiamento lì… come quest’anno, appunto. Ho preferito non caricare il calendario di dolciumi e di tanti piccoli oggettini: i dolciumi dopo il terzo giorno consecutivo danno il mal di pancia, e anche gli oggetti – l’ho già detto – a loro modo finiscono con il dare la nausea. Per non contare che il 16 dicembre è il compleanno di Caterina e il 25 ricevono sempre e comunque troppo. Così ho scelto storie, racconti, poesie, ho aggiunto qualche bella immagine e le ho stampate una per foglio, i fogli sono stati arrotolati e legati da un nastro di raso. Si alternano a caselle che prevedono dei cioccolatini – doverosi – e altre (poche) dei piccoli pensierini (soprattutto materiale di cancelleria, che qui va per la maggiore).

(Originariamente pubblicato il 26 novembre 2010)

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La corona dell’Avvento

La tradizione della corona dell’Avvento ha una storia relativamente recente che si può leggere qui.

In casa nostra è stata introdotta per la prima volta l’anno scorso, ma solo quest’anno abbiamo provato a farla rispettandone in pieno la simbologia.

Intanto, la corona deve essere di forma circolare, a significare certamente la ciclicità dell’anno solare e delle stagioni, ma a ricordare anche che noi cristiani attendiamo il Natale, festa della prima venuta di Cristo, e contemporaneamente ne attendiamo il ritorno alla fine dei Tempi.

Inoltre la corona deve essere di abete o altro arbusto sempreverde (possibilmente senza fiori), a indicare la vita che non soccombe neppure nel cuore dell’inverno.

Deve prevedere 4 candele, una per ogni domenica di Avvento, preferibilmente di colore viola (è il colore liturgico dell’Avvento, tempo di penitenza e di attesa), anche se il rosso è molto diffuso. Facoltativa, può essere posta una candela bianca al centro, da accendere il giorno di Natale.

Le candele vengono accese dal più piccolo della famiglia (attendiamo un Bambino), una per ogni domenica e ciascuna ha il suo simbolismo e il suo nome specifico.

La prima è la candela del profeta Michea, che aveva predetto che il Messia sarebbe nato a Betlemme e simbolizza la speranza.

La seconda è la candela di Betlemme e simbolizza la chiamata universale alla Salvezza.

La terza è la candela dei pastori venuti ad adorare il Bambino e simbolizza la gioia.

La quarta è la candela degli Angeli presenti a vegliare sulla capanna e simbolizza l’amore.

Ovviamente, le accenderemo una a settimana, da domenica prossima, e nell’accenderle ne racconteremo il significato. Inoltre qui già fervono prove di canti, poesie, recite e musiche natalizie, quindi la colonna sonora dovrebbe essere assicurata.

Ed ecco qui la nostra corona:

(Anche se nella foto non risalta bene, le candele sono di un bel viola profondo)

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Piano, piano


Ho montato qualche decorazione, tanto per cominciare a respirare un’aria di attesa.
Ho preparato la corona dell’Avvento.
Anche lo sfondo del presepe è stato controllato: in perfetto ordine, non richiede un sostituto.
Per il calendario dell’Avvento, quest’anno ho preparato 12 storie o poesie di Natale: si alterneranno ai dolci e piccoli doni, perché troppa cioccolata dà il mal di pancia e anche troppi doni danno la nausea… li sceglierò meglio, con più cura. Proverò a farne qualcuno con le mia mani.
Per ogni storia ho cercato delle belle immagini, un po’ retrò e un po’ poetiche, che le rappresentassero. I fogli sono stati arrotolati e legati con nastri di raso, come preziose pergamene.
Ho trovato moltissimo materiale (grazie a chi mi ha mandato segnalazioni), ho letto e ho scelto.

Vi lascio però con una storia che mi ha colpita in particolare, me ne scuso col mio consorte, che parteggia per Dostoevskij a scapito di Tolstoj, ma l’ho trovata un gioiello: Il Natale di Martin.

Buoni preparativi a tutti!

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Advent checklist

Ieri, solennità di Cristo Re, si concludeva l’anno liturgico. Da domenica prossima inizierà il nuovo anno liturgico, con la prima domenica d’Avvento.

Dedicheremo questa settimana ai preparativi per l’Avvento.

(Foto: il nostro albero del 2009)

Per ora ho una semplice checklist:

– fare una corona dell’Avvento;

– controllare se lo sfondo del Presepe dell’anno scorso è ancora in buono stato, altrimenti dipingerne un altro;

– fare il Presepe;

– appendere le decorazioni in giro per casa;

– mettere la ghirlanda fuori dalla porta;

– preparare tutti i regalini/dolcetti/biglietti per il calendario dell’Avvento;

– appendere il calendario dell’Avvento;

– fare i biscotti di Natale

– fare l’albero di Natale.

Il tutto, possibilmente, entro l’8 dicembre (ma anche prima, perché i bambini scalpitano se non è tutto pronto al più presto).

Sono solo io che sogno questo periodo dell’anno come un momento intimo, raccolto, rallentato, e mi ritrovo a correre più del solito? Quest’anno vorrei davvero rallentare e godermi ogni dettaglio.


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