Archivi del mese: novembre 2011

L’Immacolata Concezione spiegata ai bambini

Oggi inizia la novena che precede la solennità dell’Immacolata Concezione. La festa sarà l’8 dicembre.

Il dogma fu proclamato nel 1854 dal beato Pio IX, ma in realtà nella credenza popolare l’idea era presente (per quanto non esente da dispute teologiche) sin dalle primissime comunità cristiane.

Ma cosa significa “Immacolata Concezione”? Come spiegarla ai bambini?

In questo periodo di attesa per il Natale, per la nascita di Gesù, è abbastanza normale parlare anche della mamma di quel bambino che il mondo attende. Possiamo prima di tutto parlare dell’angelo che porta l’annuncio a Maria. Chi è Maria? Una giovane donna ebrea, molto pia e molto buona, che vive intensamente l’attesa del Messia, conosce le promesse dei profeti dell’Antico Testamento e desidera ardentemente che si realizzino.

Uno splendido angelo, l’arcangelo Gabriele, le appare un giorno e le parla di cose enormi: le dice “Ave, piena di grazia. Il signore è con te” (qui si può chiedere ai bambini se ricordano una preghiera che inizia proprio così). Le dice che avrà un bambino, sarà il figlio di Dio.

Poteva Dio scegliere una persona malvagia per accogliere il suo Figlio?

Quando una mamma qualunque aspetta un bambino prepara la casa, prepara i vestiti, il lettino… Dio ha “preparato” in un certo senso la sua mamma, facendola nascere senza peccato (sin dal concepimento). I genitori di Maria si chiamavano Anna e Gioachino (erano i nonni di Gesù) ed erano molto vecchi quando lei nacque. Lei fu la risposta alle loro più ardenti preghiere. Maria nacque dunque senza il peccato originale, senza la macchia che colpisce gli uomini fin dalla cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre. Questo è un regalo unico, nessun altro essere umano ha mai avuto un regalo così, perché Gesù aveva scelto la sua mamma ancora prima che lei venisse al mondo e le aveva fatto un regalo speciale. Maria è nata dunque senza peccato originale e non ha mai commesso nessun peccato in vita sua, né mortale né veniale. Eppure Maria rimane libera in ogni momento della sua vita: l’angelo non va a darle un ordine, va a chiedere un permesso. E Maria risponde senza esitazioni: “Eccomi, sono la serva del Signore”. Pur senza il peccato originale, Maria poteva scegliere il bene come il male e ha scelto di fidarsi di Dio.

Anche noi, come Maria, dobbiamo fidarci di Dio, dirgli di sì in ogni momento della nostra vita.

Anche noi, come Maria, siamo liberi di fare il bene o il male, ma abbiamo da Dio tutti gli strumenti (la grazia) necessari a fare il bene.

Noi non siamo nati senza il peccato originale, ma ci è stato tolto con il battesimo.

Ai bambini più grandi si può raccontare o leggere la storia della Medaglia miracolosa e di santa Caterina Labouré.

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La corona dell’Avvento

La tradizione della corona dell’Avvento ha una storia relativamente recente che si può leggere qui.

In casa nostra è stata introdotta per la prima volta l’anno scorso, ma solo quest’anno abbiamo provato a farla rispettandone in pieno la simbologia.

Intanto, la corona deve essere di forma circolare, a significare certamente la ciclicità dell’anno solare e delle stagioni, ma a ricordare anche che noi cristiani attendiamo il Natale, festa della prima venuta di Cristo, e contemporaneamente ne attendiamo il ritorno alla fine dei Tempi.

Inoltre la corona deve essere di abete o altro arbusto sempreverde (possibilmente senza fiori), a indicare la vita che non soccombe neppure nel cuore dell’inverno.

Deve prevedere 4 candele, una per ogni domenica di Avvento, preferibilmente di colore viola (è il colore liturgico dell’Avvento, tempo di penitenza e di attesa), anche se il rosso è molto diffuso. Facoltativa, può essere posta una candela bianca al centro, da accendere il giorno di Natale.

Le candele vengono accese dal più piccolo della famiglia (attendiamo un Bambino), una per ogni domenica e ciascuna ha il suo simbolismo e il suo nome specifico.

La prima è la candela del profeta Michea, che aveva predetto che il Messia sarebbe nato a Betlemme e simbolizza la speranza.

La seconda è la candela di Betlemme e simbolizza la chiamata universale alla Salvezza.

La terza è la candela dei pastori venuti ad adorare il Bambino e simbolizza la gioia.

La quarta è la candela degli Angeli presenti a vegliare sulla capanna e simbolizza l’amore.

Ovviamente, le accenderemo una a settimana, da domenica prossima, e nell’accenderle ne racconteremo il significato. Inoltre qui già fervono prove di canti, poesie, recite e musiche natalizie, quindi la colonna sonora dovrebbe essere assicurata.

Ed ecco qui la nostra corona:

(Anche se nella foto non risalta bene, le candele sono di un bel viola profondo)

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Venite alla capanna

Venite pastorelli alla capanna,

venite a visitar Gesù Bambino.

Quando nascesti tu, Gesù Bambino,

la terra circondata fu di fiori.

O Verginella, figlia di sant’Anna,

in ventre lo portasti, il Bambinello

e gli angeli dicevano a li santi:

“Correte tutti quanti alla capanna”.

È nato senza ori e senza panni

scortato da un bove e un asinello.

La notte di Natale è notte santa

è festa grande con li suoni e i canti.

Questa canzone che è stata cantata

allo Bambin Gesù sia presentata.

Venite pastorelli alla capanna

venite a visitar Gesù Bambino.

(Giovanni Lindo Ferretti – Ambrogio Sparagna, album Litania)

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