Altrove ho affrontato il tema di tutto quello che bisognerebbe evitare per fare in modo che il Natale diventi sempre più la fiera del consumismo, oggi mi piacerebbe provare a riflettere sulle buone idee regalo, quelle che fanno la gioia e formano la mente dei nostri figli. Se ne è parlato in maniera molto appassionata anche in un post di Mammafelice, che è apparso mentre stavo elaborando il presente intervento: mi fa piacere dunque continuare una discussione che ha fatto riflettere molti genitori.
Intanto segnalo un post in inglese, molto più completo di quanto non riuscirò mai ad esserlo io, che parla appunto dei giocattoli da scegliere e di quelli da eliminare, secondo dei criteri che trovo estremamente sensati, lo trovate qui.
Mi piace soprattutto la frase che dice di immaginare i nostri nipotini a giocare con quel determinato giocattolo.
Ce li riusciamo a immaginare? Se la risposta è sì, probabilmente si tratta di un buon giocattolo. Se la risposta è no, forse non vale neppure la pena di lasciarlo circolare per casa adesso.
Io sarò molto meno esaustiva dell’articolo che segnalo, ma vorrei ugualmente segnalare quali sono i giocattoli che nella nostra famiglia hanno riscosso il maggior successo… e magari mi piacerebbe se altri facessero le loro segnalazioni, per essere di reciproca utilità.
Ecco i criteri che guidano le mie scelte:
– che si tratti di giocattoli durevoli, adatti ad essere utilizzati in modo diverso col cambiare dell’età;
– che siano in materiali naturali (legno, stoffa…) piuttosto che in plastica;
– che siano giochi “aperti”, meglio un giocattolo che non abbia funzioni troppo definite e che permetta al bambino di trasformarlo con la fantasia;
– cha aiutino le mani e il corpo a muoversi.
Ed ecco i nostri preferiti.
Bambini sotto l’anno:
non serve davvero nulla, meglio una maglia fatta a mano, una palla di stoffa assolutamente non tossica, che possa essere messa in bocca senza problemi, un cestino dei tesori come questo, un sonaglio di legno, una giostrina colorata (magari solo qualche pezzetto di stoffa, fatta in casa) da appendere sopra al lettino.
Bambini fino a tre anni:
un carrello di quelli che aiutano a fare i primi passi e servono a trasportare i giocattoli;
una bambola di stoffa, fatta a mano, magari da mamma;
qualche libro resistente e dalle splendide illustrazioni;
qualche semplice strumento musicale;
pastelli a cera, colori a dito e fogli colorati;
costruzioni in legno o una loro variante magnetica;
cubi per fare una torre,
palla morbida.
Dai 3 ai 6 anni:
ancora costruzioni;
trenino di legno;
accessori per le bambole di stoffa (vestiti, un lettino…);
giochi a incastro;
ancora libri e materiale da disegno;
una cucina e qualche accessorio (pentole, frutta, un vassoio);
una casa delle bambole e qualche accessorio;
vari mezzi di trasporto;
una bicicletta senza pedali;
puzzle in legno;
fattoria con animali;
stoffe e qualche accessorio per travestimenti;
memory e gioco dell’oca;
nave dei pirati.
Dai 6 ai 10 anni:
locomotive elettriche per treno in legno;
costruzioni più complesse, ad esempio i miei figli quest’anno desiderano dei Lego;
geomag o altre costruzioni magnetiche simili;
tangram (io ne ho trovato una versione in scatola per due: ci sono due serie di tessere di due colori diversi e dei cartoncini che propongono la figura da comporre, sul retro lo stesso cartoncino riporta anche la soluzione del tangram: vince il primo che riesce a formare la figura data);
scacchi e dama;
Monopoly,
bicicletta, pattini in linea, monopattino, skateboard;
corda per saltare e elastico;
puzzle adatti all’età;
meccano;
castello e ancora nave dei pirati, fattoria, casa delle bambole, ma con qualche accessorio in più;
stoffa e accessori per travestimenti, magari da fare da sé;
burattini;
strumenti musicali veri, non giocattolo;
telaio;
tanti libri (ma solo per i bambini che amano la lettura e solo su argomenti che li appassionino: non trasformate i libri in un regalo “punitivo”, non aiuta certo l’amore per la lettura!).
Vorrei aggiungere qui una postilla sui giocattoli che hanno scopi dichiaratamente educativi: personalmente sono molto circospetta nei loro confronti.
Sono convinta che se un bambino è appassionato di vulcani possa davvero apprezzare una di quelle scatole che permettono di realizzare un vulcano che erutta, se abbiamo in famiglia un patito di dinosauri, niente di meglio di un gioco didattico in merito… ma personalmente diffido dei giochi dichiaratamente didattici, forse perché i miei figli li identificano subito come un tentativo subdolo di insegnare qualcosa, forse perché ho l’impressione che “educativi” sia un aggettivo che si adatta a tutti i giochi, Monopoly è educativo più di Sapientino, almeno a casa mia: perché il primo li fa giocare di gusto (e contare, elaborare strategie…), il secondo rimane nella scatola. Lo stesso vale per alcuni giochi di carte: scala quaranta, ad esempio, ha fatto sì che Marco imparasse numeri e segni già a cinque anni, mentre un bel gioco didattico dal titolo “Impariamo i numeri” sarebbe rimasto intonso. Secondo me il valore educativo del gioco non è nel fatto che degli adulti abbiano cercato di infilarci subdolamente il più alto numero di nozioni possibile, ma che sia bello in sé (non sottovalutate il valore educativo della bellezza, anche quando vostro figlio è in piena fase “Gormiti” e vostra figlia vede solo rosa e strass), che faccia venire voglia di giocare, che possa essere usato in modi sempre nuovi.
Mi piacerebbe sentire esperienze e consigli anche di altre mamme in merito… e vorrei precisare che i link e i nomi di giochi che ho riportato sono a puro titolo illustrativo, questo non è un post sponsorizzato.