Archivi del mese: dicembre 2010

Verso Betlemme

Nei giorni scorsi c’è stato molto freddo e anche una spruzzata di neve. Le nostre attività non si sono fermate… e se la mamma aveva deciso di rallentare un po’ non rimaneva altro da fare che diradare l’impegno del blog, giusto?

L’11 dicembre Caterina ha partecipato a una gara teatrale organizzato dalla nostra parrocchia per bambini di quarta e quinta elementare. Tema: il perdono. Il gruppo di Caterina ha messo in scena una versione “attualizzata” della parabola del figliol prodigo, guadagnando il primo premio (un sacchetto di caramelle!). Anche gli altri bambini hanno fatto delle belle scenette, alcune ottime come spunto di riflessione.

Il 15 dicembre è stata la volta prima di Marco e poi di Giorgio: entrambi hanno la stessa maestra di musica e hanno partecipato ai concerti natalizi delle relative classi. I bambini di prima elementare, oltre al canto, usavano legnetti e campanellini come strumenti ritmici, quelli di terza cantavano e suonavano il flauto. Devo dire che l’insegnante è davvero in gamba: i concerti sono stati entusiasmanti, non solo perché in quanto genitori eravamo “obbligati” all’entusiasmo. In particolare i bambini di terza hanno eseguito brani popolari natalizi della tradizione regionale italiana, di quella scozzese, brani dal Messiah di Haendel, un brano di Boccelli… non il solito Jingle bells. E’ stata la dimostrazione, se ce ne fosse bisogno, che i bambini sanno recepire anche proposte impegnative, se coinvolti con competenza ed entusiasmo.

Domenica sono andati tutti a Verona, a trovare la nonna che quest’anno non può affrontare il viaggio fino a Torino. E io ho goduto di qualche ora di tranquillità, in beata solitudine.

Con l’occasione sono passati a fare gli auguri anche a una coppia di amici, Luca e Nicoletta, colei che sarà ricordata come la fotografa ufficiale della nostra famiglia.

Ieri la classe di Caterina proponeva una riduzione teatrale di Un canto di Natale, di Dickens. Si trattava di un musical, in realtà. Considerando che la classe era decimata dal mal di gola, se la sono cavati tutti egregiamente: è stata una messa in scena lunga e impegnativa, ma sono stati tutti bravissimi (in particolare Scrooge, alias Francesco, con 39° di febbre ma grande professionista del palcoscenico). Era previsto anche uno spettacolino all’asilo di Benedetta, ma lei ha l’influenza, così hanno dovuto fare a meno di una gallinella in calzamaglia gialla.

Da oggi, anche Caterina è influenzata e ha febbre, si prevede un effetto a catena che coprirà tutte le festività, o quasi…

Intanto continuiamo a prepararci al Natale, pregando, ascoltando il racconto della nascita di Gesù, preparando gli ultimi biglietti e regali per gli amici. Ecco, è tutto: niente di speciale. Solo begli attimi che spero che si trasformino in ricordi per ognuno di noi.

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Love of Learning

Segnalo e partecipo volentieri a un’iniziativa del blog di Mens Sana. Il tema è: Abbandona il libro di testo, vivi la lezione!

 

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Quali giochi regalare?

Altrove ho affrontato il tema di tutto quello che bisognerebbe evitare per fare in modo che il Natale diventi sempre più la fiera del consumismo, oggi mi piacerebbe provare a riflettere sulle buone idee regalo, quelle che fanno la gioia e formano la mente dei nostri figli. Se ne è parlato in maniera molto appassionata anche in un post di Mammafelice, che è apparso mentre stavo elaborando il presente intervento: mi fa piacere dunque continuare una discussione che ha fatto riflettere molti genitori.

Intanto segnalo un post in inglese, molto più completo di quanto non riuscirò mai ad esserlo io, che parla appunto dei giocattoli da scegliere e di quelli da eliminare, secondo dei criteri che trovo estremamente sensati, lo trovate qui.

Mi piace soprattutto la frase che dice di immaginare i nostri nipotini a giocare con quel determinato giocattolo.

Ce li riusciamo a immaginare? Se la risposta è sì, probabilmente si tratta di un buon giocattolo. Se la risposta è no, forse non vale neppure la pena di lasciarlo circolare per casa adesso.

Io sarò molto meno esaustiva dell’articolo che segnalo, ma vorrei ugualmente segnalare quali sono i giocattoli che nella nostra famiglia hanno riscosso il maggior successo… e magari mi piacerebbe se altri facessero le loro segnalazioni, per essere di reciproca utilità.

Ecco i criteri che guidano le mie scelte:

– che si tratti di giocattoli durevoli, adatti ad essere utilizzati in modo diverso col cambiare dell’età;

– che siano in materiali naturali (legno, stoffa…) piuttosto che in plastica;

– che siano giochi “aperti”, meglio un giocattolo che non abbia funzioni troppo definite e che permetta al bambino di trasformarlo con la fantasia;

– cha aiutino le mani e il corpo a muoversi.

Ed ecco i nostri preferiti.

Bambini sotto l’anno:

non serve davvero nulla, meglio una maglia fatta a mano, una palla di stoffa assolutamente non tossica, che possa essere messa in bocca senza problemi, un cestino dei tesori come questo, un sonaglio di legno, una giostrina colorata (magari solo qualche pezzetto di stoffa, fatta in casa) da appendere sopra al lettino.

Bambini fino a tre anni:

un carrello di quelli che aiutano a fare i primi passi e servono a trasportare i giocattoli;

una bambola di stoffa, fatta a mano, magari da mamma;

qualche libro resistente e dalle splendide illustrazioni;

qualche semplice strumento musicale;

pastelli a cera, colori a dito e fogli colorati;

costruzioni in legno o una loro variante magnetica;

cubi per fare una torre,

palla morbida.

Dai 3 ai 6 anni:

ancora costruzioni;

trenino di legno;

accessori per le bambole di stoffa (vestiti, un lettino…);

giochi a incastro;

ancora libri e materiale da disegno;

una cucina e qualche accessorio (pentole, frutta, un vassoio);

una casa delle bambole e qualche accessorio;

vari mezzi di trasporto;

una bicicletta senza pedali;

puzzle in legno;

fattoria con animali;

stoffe e qualche accessorio per travestimenti;

memory e gioco dell’oca;

nave dei pirati.

Dai 6 ai 10 anni:

locomotive elettriche per treno in legno;

costruzioni più complesse, ad esempio i miei figli quest’anno desiderano dei Lego;

geomag o altre costruzioni magnetiche simili;

tangram (io ne ho trovato una versione in scatola per due: ci sono due serie di tessere di due colori diversi e dei cartoncini che propongono la figura da comporre, sul retro lo stesso cartoncino riporta anche la soluzione del tangram: vince il primo che riesce a formare la figura data);

scacchi e dama;

Monopoly,

bicicletta, pattini in linea, monopattino, skateboard;

corda per saltare e elastico;

puzzle adatti all’età;

meccano;

castello e ancora nave dei pirati, fattoria, casa delle bambole, ma con qualche accessorio in più;

stoffa e accessori per travestimenti, magari da fare da sé;

burattini;

strumenti musicali veri, non giocattolo;

telaio;

tanti libri (ma solo per i bambini che amano la lettura e solo su argomenti che li appassionino: non trasformate i libri in un regalo “punitivo”, non aiuta certo l’amore per la lettura!).

Vorrei aggiungere qui una postilla sui giocattoli che hanno scopi dichiaratamente educativi: personalmente sono molto circospetta nei loro confronti.

Sono convinta che se un bambino è appassionato di vulcani possa davvero apprezzare una di quelle scatole che permettono di realizzare un vulcano che erutta, se abbiamo in famiglia un patito di dinosauri, niente di meglio di un gioco didattico in merito… ma personalmente diffido dei giochi dichiaratamente didattici, forse perché i miei figli li identificano subito come un tentativo subdolo di insegnare qualcosa, forse perché ho l’impressione che “educativi” sia un aggettivo che si adatta a tutti i giochi, Monopoly è educativo più di Sapientino, almeno a casa mia: perché il primo li fa giocare di gusto (e contare, elaborare strategie…), il secondo rimane nella scatola. Lo stesso vale per alcuni giochi di carte: scala quaranta, ad esempio, ha fatto sì che Marco imparasse numeri e segni già a cinque anni, mentre un bel gioco didattico dal titolo “Impariamo i numeri” sarebbe rimasto intonso. Secondo me il valore educativo del gioco non è nel fatto che degli adulti abbiano cercato di infilarci subdolamente il più alto numero di nozioni possibile, ma che sia bello in sé (non sottovalutate il valore educativo della bellezza, anche quando vostro figlio è in piena fase “Gormiti” e vostra figlia vede solo rosa e strass), che faccia venire voglia di giocare, che possa essere usato in modi sempre nuovi.

Mi piacerebbe sentire esperienze e consigli anche di altre mamme in merito… e vorrei precisare che i link e i nomi di giochi che ho riportato sono a puro titolo illustrativo, questo non è un post sponsorizzato.

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Grazie

Avevo bisogno di dormire e mi hai lasciata dormire.

Avevo bisogno di stare un po’ sola e sei uscito con i bambini.

Avevo bisogno di rallentare e ieri è stata una giornata in cui l’attività più impegnativa è stata la decorazione dell’albero, unita a pochi compiti, i pasti da preparare e la Santa Messa.

Non ho dovuto chiedere nulla: è venuto tutto come un dono.

La sera abbiamo letto la nostra storia del Calendario dell’Avvento ed ero serena e riposata.

Grazie. So bene che ne avresti avuto bisogno quanto me.

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Sulla dislessia

Tramite un link di Facebook ho scoperto questo video (è il primo di dieci brevi filmati, tutti tradotti in italiano) che spiega in modo semplice, vivido e a tratti commovente come percepiscono le lezioni scolastiche i bambini con disturbi di apprendimento.
Lo splendido insegnante che tiene il corso mette il suo uditorio (insegnanti, specialisti della riabilitazione, famigliari di ragazzi con disturbi di apprendimento come la dislessia) nella condizione di percepire la lezione con le stesse difficoltà percettive e cognitive che hanno i ragazzi, mette i suoi interlocutori in imbarazzo, li tiene sotto pressione, li ridicolizza e pretende da loro cose che non sono in grado di fare.
E’ così difficile mettersi nei panni degli altri, capire che un bambino non si sta comportando in un certo modo soltanto per metterci alla prova o farci saltare i nervi… consiglio a tutti la visione di questa mini serie di video, anche a chi per fortuna non è toccato da questi problemi (in particolare a mio marito: ti prego, trova il tempo!). Per gli insegnanti il corso dovrebbe essere obbligatorio.
Con una lezione finale sulla giustizia che tocca nel profondo.

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La politica dei regali

Inutile negarlo, nonostante tutti i desideri di downshifting  e frugalità, il periodo natalizio per le famiglie con bambini è anche un momento di massicci arrivi di nuovi giocattoli. Per i genitori diventa un ulteriore motivo di stress, perché magari cerchiamo di evitare il peggior consumismo durante tutto l’arco dell’anno e in pochi giorni dobbiamo affrontare la più cocente débacle.

Di solito, i nuovi giochi si aggiungono a una sovrabbondanza di oggetti già presenti nelle nostre case e nelle camerette dei nostri figli. Inoltre non sempre quel che sembra utile e sensato ai genitori viene visto allo stesso modo da amici e parenti. C’è sempre chi cerca il più grande, luminoso, chiassoso e superfluo pezzo di plastica, sicuro di fare un effetto strepitoso sui bambini nella prima mezz’ora e indifferente al fatto che lo stesso regalo verrà presto abbandonato in favore di altri meno appariscenti, giacendo nella sua voluminosa inutilità nelle stanze dei nostri figli.

Sarà che lo spazio da noi è molto più prezioso degli oggetti che lo ingombrano, sarà che non sarebbe del tutto sbagliato insegnare ai nostri figli un po’ di distacco dagli oggetti e soprattutto una mentalità meno consumista, ma da queste parti è stata elaborata una politica dei regali di Natale. Che si basa su alcuni punti fermi.

1. Filtrare ogni forma di informazione: in questo periodo negozi e supermercati dedicano cataloghi monografici a giocattoli & co., la televisione è se possibile ancora più zeppa di pubblicità del solito, i centri commerciali sono delle trappole, ma neppure un semplice quotidiano è esente da rischi. Avrò un approccio un po’ fondamentalista, ma io filtro tutto. I cataloghi spariscono, non porto i bambini nei centri commerciali neppure negli altri periodi dell’anno, figuratevi ora!, la televisione è contingentata e comunque meglio un dvd o Disney Channel (che è senza pubblicità).

2. La lettera a Babbo Natale o Gesù bambino è abolita, oppure trasformata in una vera lettera di bilancio dell’anno passato e buoni propositi per il futuro: nessuna lista della spesa, meglio una lista di piccoli sacrifici da offrire a Gesù in Avvento. Questo perché molto spesso i bambini sono presi dalla frenesia del chiedere e, specie i piccoli, non sempre sanno distinguere i giochi che davvero useranno nel tempo da quelli che sembrano appetibili perché riportano l’immagine di un personaggio dei fumetti o perché li hanno visti ai loro amichetti o per mille altri motivi.

3. Scelta dei giochi in base a criteri di ragionevolezza, durata, bellezza, multifunzionalità: intanto, niente giochi enormi, niente o poca plastica, nessuna funzione elettronica (in generale, niente luci, musichette, ecc…), possibilmente nulla che abbia il logo dei personaggio del momento (un anno Spiderman, l’altro i Pokemon…). Meglio un gioco in meno e di buona qualità.

4. Preparare per tempo e con calma una lista di giochi o altri oggetti davvero utili: nonni, zii e parenti vari potrebbero chiedere consiglio, meglio non essere impreparati!

5. Via via che i bambini crescono mischiare doni utili (capi di abbigliamento, libri per la scuola, materiale per il disegno, accessori per la cameretta…) ad altri più ricreativi.

6. Eliminare senza pietà: nonostante tutte le buone intenzioni, i giocattoli sembrano riprodursi autonomamente e sanno eludere ogni strategia di controllo preventivo. Non resta che cederli periodicamente, quelli in buono stato possono fare la felicità di altri bambini, per gli altri uno smaltimento ecologico andrà benissimo.

7. Dare a questo periodo di feste un significato molto più profondo e spirituale: leggere i brani dei Vangeli che riguardano la natività o cercare degli adattamenti per i più piccoli, proporre ai bambini di partecipare alla decorazione della casa e coinvolgerli in lavori manuali (possono occuparsi delle decorazioni, di piccoli regali fatti a mano per gli amici, aiutare a preparare i biscotti o gli altri dolci caratteristici, fare biglietti di auguri), seguire almeno alcuni appuntamenti liturgici tra quelli così abbondanti in questo mese (novena dell’Immacolata, festa dell’Immacolata, domeniche d’Avvento, novena di Natale), creare tradizioni di famiglia, come il calendario o la corona dell’Avvento, o come i festeggiamenti di san Nicola e santa Lucia, leggere insieme racconti e poesie di Natale, imparare musiche e canzoni a tema, fare qualcosa per chi ha più bisogno (un gesto di carità, un invito, un po’ di tempo da dedicare).

Certamente quest’ultimo è il punto più importante, senza il quale tutto il resto fa fatica a inquadrarsi nella giusta prospettiva perché, lasciatemelo dire, vedo ovunque intensi tentativi di creare “la magia”, “la festa”, “il ritmo dell’anno”, prescindendo però dal vero significato di quel che attendiamo: “Viene la luce del mondo”. E quella luce non è un simbolo, è una vera persona, che chiede di essere accolta.

Per ora mi fermo qui, ma nei prossimi giorni vorrei riprendere l’argomento parlando invece di buone idee regalo, almeno secondo la nostra esperienza famigliare.

 

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Il Presepe e otto teglie di biscotti


La nostra seconda domenica di Avvento è passata tranquilla e intima come volevamo.

Venerdì abbiamo fatto il Presepe, con calma e attenzione: abbiamo prima fissato lo sfondo e la base poi, con alcuni sassolini prelevati dai nostri “tesori” raccolti durante passeggiate nei boschi, abbiamo tracciato la stradina che porta Maria e Giuseppe fino a Betlemme.

Abbiamo aggiunto un laghetto per le oche, una palma e un pezzo di corteccia (sempre dai nostri outdoor findings). Melanele mi ha spiegato che andrebbe preparato prima il mondo minerale, poi quello vegetale, poi il mondo animale e solo infine andrebbero aggiunte le figure umane… e così abbiamo fatto.

Abbiamo sistemato gli animali, poi la Sacra Famiglia e i pastori… solo come tocco finale è arrivato l’angelo con la stella.

Per lo sfondo, abbiamo usato il disegno realizzato l’anno scorso da Caterina e me.

Sabato Caterina è andata al coro in parrocchia e si è poi fermata all’oratorio; stanno preparando uno spettacolo natalizio per sabato prossimo, tema: “Il perdono”.

Giorgio e Marco hanno sfidato il freddo intenso e sono andati col papà a fare acrobazie con il monopattino. Dopo cena abbiamo fatto 8 teglie di biscotti (solo Caterina ha resistito fino alla fine, abbiamo spento il forno dopo le 22!): siamo riusciti a fare dieci sacchetti di biscotti che i bambini hanno portato oggi alle loro maestre, in più ne è rimasto qualcuno che è stato prontamente spazzolato dai vari aiutanti. Abbiamo usato la nostra ricetta natalizia, ma con due piccole varianti: abbiamo leggermente diminuito la dose di cannella (i biscotti sono meno speziati e i piccoli li gradiscono di più) inoltre abbiamo diviso in due l’impasto, a metà sono state aggiunte le scorzette di arancia candite, all’altra metà delle gocce di cioccolata fondente.

Appunto per la nostra amica Emma, cuoca provetta: l’aspetto quest’anno è decisamente migliorato!

Domenica al mattino santa Messa e nel pomeriggio partitona a Monopoly, la sera abbiamo mangiato con i nonni la pizza fatta in casa.

Di tutte le cose che mi ero ripromessa di fare in Avvento manca solo l’albero (magari lo facciamo il giorno dell’Immacolata, come sarebbe tradizione)… e ancora biscotti, che spariscono in fretta!

Nei prossimi giorni abbiamo molti impegni relativi a spettacoli e festicciole varie, inoltre il 16 ci saranno i festeggiamenti per i dieci anni di Caterina, ma almeno i regali sono quasi tutti pronti e cercheremo di non sovraccaricarci troppo.

Intanto buon san Nicola a tutti, noi ieri sera abbiamo raccontato la sua storia, ma siete ancora in tempo oggi!

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